Storia
Articolo tratto rivista ufficiale ENCI "I NOSTRI CANI"
(Marzo 2013)
Tra leggenda e realtà
Io mi sono innamorata di questa razza di magnifici, allegri e dolcissimi folletti, ho fatto delle scelte personali all’insegna del buon senso con grande collaborazione, sostegno ed utili consigli da parte di chi, più di me, sa cosa significhi allevare seriamente. Quello che io vorrei per loro non è tanto una maggior diffusione (tremo all’idea delle importazioni, degli accoppiamenti fatti senza criterio e dalla sempre attuale “sciura Maria”), quanto una maggior cultura da parte di tutti, volta a non arrivare mai a quelle forme di maltrattamento genetico di cui tanto si parla e di cui tante razze da compagnia sono vittime.
Scrivere la storia di questo simpatico giocattolino è relativamente facile, nessuno potrà smentirmi, la sua origine si perde nella leggenda.. l'unica certezza è che, nonostante il nome, non ha avuto origine dalla Cina. Recenti controverse ricerche sul DNA attribuiscono al chinese, al cane peruviano e allo Xoloitzcuintli messicano, la comune origine (cento/sud america) basandosi sulla mutazione genetica responsabile dell'assenza del pelo anche se autorevoli fonti citano l'Africa come paese d'origine.
Sicuramente sono presenti in Messico dei manufatti risalenti a 4000 anni fa raffiguranti un cane senza pelo molto simile allo xolo moderno; la leggenda dice che attraverso navi mercantili cinesi, dove erano apprezzati come cacciatori di topi ma, sicuramente, anche come riserva di cibo, dal sud america sono arrivati in Cina dove, durante la dinastia Han si sono sviluppati. Di loro parlano le cronache di Cristoforo Colombo che descrivono un Chinese hireless, chiamato "little Horse" con intrecciate perle di giada con fili d'oro e d'argento nella criniera e che portava per ripararsi dal freddo, un cappotto foderato di pelliccia. In questo periodo si identificano già i due tipi, quello Deer, di piccola taglia, con ossatura fine, molto elegante e utilizzato come “Guardiano del Tempio” ed il tipo Cobby più grosso, dall'ossatura pesante, utilizzato per la caccia ed ahimé ancora in cucina nelle occasioni importanti. Le leggende sulla sua storia, lo vedono allevato dal Khan o in monasteri sperduti ... La nostra fantasia può spaziare...
Il primo Chinese è stato ufficialmente registrato in Inghilterra nel 1901 ma anche che già nella seconda metà dell'800 li vediamo nominati nell'edizione :"I cani delle isole Britanniche " a cura di Stonehenge ed esposti al Giardino Zoologico di Londra.
Nonostante l'Inghilterra venga indicato come Stato detentore dello Standard e quindi il luogo di origine dov'è diffusissimo, grandissima importanza per lo sviluppo della razza, rivestono i primi appassionati Americani con la ballerina Gipsy Rose Lee (Lee)
che li ha resi famosi, la signora Ida Garret e Debra Woods (Crest Heven) le cui registrazioni dettagliate dei sui cani sono divenute il libro genealogico dell'american Hairless Dog Club da Lei fondato negli anni '50 e poi divenuto American Chinese Crested Club. Soggetti provenienti dai loro allevamenti li troviamo ancora nei pedigree attuali.
In Italia furono inizialmente importati ed allevati, da Attilio Carlesso (Allevamento dei Sette Laghi
che con la collaborazione di Antonio Malangino, ottenne dei risultati ancora ineguagliati: diversi campioni europei e mondiali.
Con la sua prematura scomparsa, il Chinese in Italia è rimasto a lungo un esemplare molto raro - per oltre un decennio partendo dagli anni '90, i soggetti registrati per la razza, non hanno mai superati le 15 unità per arrivare al 2011 con 108 soggetti iscritti. Ancora oggi li vediamo raramente non solo nelle case, ma anche nei ring, al contrario di quanto avviene nel resto d' Europa dove è molto diffuso tant'è che ad esposizioni quali World Dog Show ed Eurodog Show sono tra le razze più rappresentate.
Valeria